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Il Museo Hemingway e della Grande Guerra

Villa Ca' Erizzo Luca

Bassano del Grappa, allo sbocco del fiume Brenta dalle montagne, fu nel 1917-1918 punto di massima resistenza contro i reiterati tentativi austro-ungarici di irrompere nella Piana veneta e travolgere lo schieramento italiano.

Poco a nord dal celebre ponte in legno del Palladio, sulla riva est del fiume, sorge Ca’ Erizzo, un’elegante struttura del ‘400, con successivi rifacimenti e abbellimenti.
Nel 1918 la villa fu residenza della Sezione Uno delle ambulanze della Croce Rossa Americana.

Tra i volontari autisti c’era anche Ernest Hemingway, il cui racconto MS 843 del 1919 intitolato “The Woppian Way” o “The passing of Pickles Mc-Carty” prende le mosse proprio da Ca’ Erizzo e dagli Arditi ch’erano ivi pure accantonati.

In una parte del complesso, restaurato con intelligenza dall’attuale proprietario dott. Renato Luca, ha sede il Museo Hemingway e della Grande Guerra, che ospita inoltre una “Collezione Hemingway” con una vasta documentazione.


Museo Storico della Grande Guerra

Il museo occupa cinque grandi locali situati a livello strada con accesso diretto da essa. La parte espositiva è formata da 58 grandi pannelli, ricchissimi di spiegazioni storiche, di fotografie e di testimonianze. La sua peculiarità, al di là del potere evocatore del grande evento funesto e dell’esauriente illustrazione dei suoi passaggi cruciali, è quella di fornire una testimonianza, unica in Italia, sulla partecipazione degli Stati Uniti alla Prima Guerra Mondiale.

Nella sala d’ingresso, Hemingway accoglie il visitatore con i suoi romanzi ispirati dalla Grande Guerra: “Addio alle armi” e “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Un’altra singolare documentazione riguarda la partecipazione degli aviatori americani al conflitto. Passando alle altre sale, le tappe salienti della Grande Guerra si succedono con ritmo incalzante, sempre ricchissime di documentazioni inedite e non riscontrabili in musei analoghi.


Il Premio Nobel per la Letteratura

Ernest Hemingway soggiornò presso Villa Ca’ Erizzo durante il periodo della Grande Guerra. Questo è il motivo per cui si è voluto dedicargli questo importante spazio e allestimento storico-culturale.

Di questo noto personaggio del mondo della letteratura e non solo, in anni di paziente ricerca, si è voluto raccogliere una vasta documentazione archivisticofotografica, nonché numerose sue opere editoriali, in diverse edizioni in lingua italiana e straniera.
Lo stesso dicasi per rare e originali riviste, che hanno voluto ampiamente trattare della sua vita e della sua attività.

Questo museo vuole porsi come struttura e fondazione che nel tempo andrà a studiare e sviluppare tutto ciò che di inedito e originale custodisce. Il fine è di contribuire a valorizzare la prestigiosa presenza che Hemingway ha voluto riservare all’Italia e alla nostra regione durante le sue frequenti permanenze.


Hemingway e la caccia

Ad Ernest Hemingway fu trasmessa dal padre, una vibrante passione per tutte le attività legate all’aria aperta come l’amore per la natura, quella più selvaggia e incontaminata, per la pesca e la caccia. Queste ultime due passioni, col trascorrere degli anni, ebbe modo di praticarle in molti continenti, effettuando lunghi viaggi e permanenze in diversi stati del Nord e Sud America, in Africa, in Asia e in Europa. 

Lo scrittore fu ripetutamente e lungamente presente in Italia, spesso in Veneto, affascinato dalla sua laguna dove cacciò e fu più volte ospite del Barone Raimondo
Franchetti a Torcello.

In una delle sale del museo, Hemingway accoglie il visitatore in una suggestiva scenografia, che lo vede riprodotto a grandezza naturale, così come ritratto in una foto durante l’ultimo dei suoi safari in Africa.

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