Il libro di cui parliamo è incentrato proprio sul rapporto che legò Papa (così lo chiamava lei) alla sua giovane traduttrice, Nanda (così la chiamava lui), attraverso una carrellata di ricordi personali affidati proprio a lei, io narrante della storia.
Ne esce un ritratto intimo dell’autore di Il vecchio e il mare che mette in luce le passioni (per la Spagna e le sue corride, per i Safari africani, per la pesca e per l’Italia), l’amore sanguigno per le tante donne della sua vita e quella fragilità emotiva, intuibile già negli eccessi degli anni d’oro e che poi lo porterà ad impazzire e a uccidersi.
Il progetto che è alla base di questo romanzo, sotto questo profilo, è molto interessante, perché si pone l’obiettivo di raccontare l’uomo, prima ancora del grande scrittore.
Alcuni passi valgono certamente la lettura di questo romanzo che ha il pregio di rendere giustizia a una personalità certamente complessa.
Guerrera conferma di avere mestiere componendo un’opera ben scritta, seppure a tratti ridondante, capace di raccontare una storia, nonostante la scelta di non seguire un ordine cronologico degli eventi ma piuttosto il filo frammentario che caratterizza i ricordi.
MUSEO HEMINGWAY E DELLA GRANDE GUERRA
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